LA RICERCA DELLA FELICITA’ ALL’ESTERNO DEL NOSTRO NUCLEO
Viviamo in una società che ci ha educato, sin dalla nostra più tenera infanzia, a ricercare la felicità al di fuori di noi, ad elementi esterni al nostro nucleo più profondo, ad oggetti estranei al nostro sé più autentico.
Tra questi spicca la ricerca continua di una relazione e di un partner. Film, canzoni, poesie, libri i messaggi che vengono dalla società in ogni suo ambito, ci insegnano che nell’amore e nella relazione potremo trovare la felicità più profonda, in esse potremo essere completi, soddisfatti ed appagati.
Ma non unicamente nella relazione di coppia, ma in tutto ciò che è esterno a noi: le feste sfrenate, l’alcool, le droghe, i social, atteggiamenti poco sani da un punto di vista alimentare e corporale.
Non fraintendetemi: l’amore è una cosa meravigliosa. E’ nell’amore, quello autentico e sano, che le nostre abilità e capacità innate vengono potenziate al loro estremo; è nell’amore autentico, che scoviamo nuovi talenti e propensioni e diamo sfogo alla nostra più profonda creatività, perché l’amore è anche vita ed esistenza.
Sfortunatamente, la società ci trasmette un’idea di amore estremamente idealizzata, unico spazio vitale dove potremo strutturarci come individui e dove potremo trovare noi stessi e sentirci compiuti. Possiamo notare come ben poco veniamo incoraggiati ed educati a lavorare su noi stessi, ad amarci, ad esplorarci, a conoscerci, a comprendere quali sono i nostri talenti e le nostre capacità, ad essere felici e completi indipendentemente da un qualcosa altro da noi, estraneo al nostro sé.
Abbiamo mai visto un film che che parla di come un individuo è diventato sufficiente a sé stesso, ha appreso ad amarsi e non ha avuto la necessità di scovare la felicità al di fuori di sé?
Abbiamo ascoltato una canzone che nelle sue note trasmetteva il messaggio di quanto siamo forti nella nostra indipendenza, di come ha raggiunto la felicità scoprendo quale era la sua vera indole, quali erano le sue più profonde passioni dormienti?
Ha un libro narrato delle gesta di un individuo che ritrovava nella sua sana solitudine la propria indole e la sua essenza innata e con questa si completava al punto che poteva offrire un amore sano e stupendo all’altro e vivere una relazione fondata sulla reciprocità e la scambievolezza?
Credo siano molto pochi gli esempi che difendono la virtù dell’amare, rispettare e coccolare noi stessi, dell’essere sufficienti come individui a sé stanti che solo nel momento in cui si esplorano e si conoscono completamente possono ricevere ed offrire un amore sano ed evoluto.
Poc’anzi, ho fatto riferimento al fatto che ricerchiamo la completezza e felicità non solo nella sicurezza che ci può fornire una relazione, ma anche in elementi che nell’immediato ci fanno stare bene: alcool, droghe, feste sregolate, divertimento fine a sé stesso.
Nella vita non esistono scorciatoie. Purtroppo dobbiamo passare attraverso una certa quantità di dolore e sofferenza, dopo la quale però, saremo grati del traguardo raggiunto ed orgogliosi di noi stessi e del grande regalo che ci siamo fatti. Prendete ad esempio la farfalla: questo affascinante animale passa attraverso diverse fasi per divenire quello splendido animale. Uovo, poi larva, in seguito crisalide ed alla fine, farfalla. Per quanto possa fare paura e crearci timore, noi dobbiamo necessariamente passare attraverso queste fasi, per poter sentirci completi ed appagati nella nostra unicità ed autenticità.
I palliativi che ci offre la società, non sono altro che scorciatoie, momenti di felicità momentanei, che non fanno altro che mantenerci in uno stato di staticità stagnante, senza sbocchi né uscite.
In quei frangenti, stiamo perdendo l’opportunità di capire chi siamo, di gettare le nostre maschere e coltivare la nostra vera essenza e potenziare e conoscere quei talenti che possediamo nel nostro nucleo profondo.
Conoscere sé stessi, esplorarci ed indagarci profondamente fa paura, crea angoscia e preoccupazione, ma non esiste traguardo che non possa essere raggiunto senza impegno e dedizione e non esiste nessun cocktail, nessuno spinello, nessun divertimento senza senso e significato che possa darci la vera felicità, perché la vera felicità la possiamo trovare solo nella stretta connessione con noi stessi, nella stretta correlazione con la nostra essenza, ne rapporto più profondo con la nostra anima. Può sembrare difficile, però ala fine saremo appagati del traguardo raggiunto, ci vorremmo bene per il risultato conquistato, ci sentiremo orgogliosi per la meta guadagnata saremo anche noi delle stupende farfalle, che voleranno verso lidi meravigliosi, perché al quel punto non cercheremo più la felicità al di fuori di noi, ma propagheremo la nostra autenticità ed originalità nel mondo e tutto verrà da sé, anche quella dimensione stupenda e meravigliosa che è l’amore.